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    Un viaggio a Genova: a zonzo fra caruggi e porto

    
     by ONUR KURT

    Sono arrivata a Genova con un certo timore, non lo nascondo: ironia o meno, gli abitanti di questa città di mare non hanno fama di essere particolarmente accoglienti con i turisti. Persino Dante, nella Divina Commedia, ha messo i Genovesi all’Inferno. E forse qualcosa di vero c’è: l’atmosfera di Genova è diversa da quella della classica città di mare. Magari i Genovesi non sono proprio scontrosi: preferiscono definirsi “riservati”. Proprio come la loro città, che non si svela a uno sguardo superficiale: ma che racchiude luoghi di una bellezza unica, quasi nascosti o, meglio, “riservati”.

    
    Lion guarding zebra di Rob Oo

    Ho scelto una struttura nel Centro Storico, che è il più grande d’Europa, proprio per ritrovarmi immersa fin da subito nei vicoli che sono uno dei simboli di Genova. Vicina al porto, alle chiese e ai palazzi più belli della città, ho deciso che la prima tappa del mio viaggio sarebbe stata la Cattedrale di San Lorenzo: la chiesa dei Genovesi, con i suoi portali gotici e i due leoni che sembrano custodire con attenzione la scalinata d’accesso. All’interno l’ambiente sfarzoso conserva le ceneri di Giovanni Battista, il patrono di Genova, ma soprattutto una perfetta riproduzione di una bomba inesplosa scagliata sulla città da una nave britannica nel 1941.

    

    Primo giorno

    
    Piazza De Ferrari di Kent Wang

    Dal sacro al profano: la seconda tappa in città mi ha portato fino a Palazzo Ducale, residenza storica dei Dogi, che si affaccia sul “salotto buono” di Genova, Piazza De Ferrari con la sua fontana. E anche in questo la città si dimostra riservata: osservandolo da fuori, non si può nemmeno immaginare la ricchezza degli ambienti esterni e la loro estensione, fra sale e giardini. Il rischio è quello di perdersi fra i vari piani, oppure di non riuscire a vedere ogni ambiente, soprattutto se il tempo è troppo poco.

    
    Lampadario a Palazzo Ducale di magro_kr

    Ho proseguito il mio tour lungo Via Porta Soprana, fino a incontrare l’antica porta, parte dell’antica cinta muraria che proteggeva la città. Della cinta muraria non esistono più tracce, ma Porta Soprana e le altre porte sono rimaste a ricordare l’antica struttura difensiva di Genova. Ma la mia meta in quel momento era la casa natale di uno dei più famosi Genovesi al mondo: Cristoforo Colombo in Piazza Dante. In realtà la casa è decisamente più recente rispetto a quella che, si dice, abbia visto nascere il grande navigatore genovese.

    Ma la visita a monumenti mi ha messo voglia di modernità e shopping: e da Piazza Dante in pochi minuti sono risalita verso Via XX Settembre, cuore pulsante del commercio della città. Qui ho potuto ammirare le vetrine di negozi di alto livello, protetta dagli alti portici che mettono al riparo dal sole (e dalla pioggia in inverno). E da lì, per una pausa ristoratrice, sono ridiscesa verso Piazza delle Erbe, la zona più frequentata dalla movida notturna, alla ricerca di una buon caffè accompagnato da una fetta della classica focaccia.

    
    Focaccia genovese con le cipolle di chefpercaso

    Il tempo di rifiatare ed ero di nuovo in marcia verso il Palazzo Reale, che si trova in Via Balbi, uno dei Palazzi dei Rolli, con la sua incredibile Sala degli Specchi, che richiama la sala omonima all’interno della Reggia di Versailles. E all’interno del palazzo, antica dimora anche dei Savoia, ho potuto ammirare due opere, il Ritratto di Dama e il Crocefisso di fiammingo  di Van Dyck, pittore fiammingo legato alla città di Genova da un rapporto speciale.

    Ho voluto aggiungere una breve tappa nel ponente della città, in direzione di Villa Durazzo Pallavicini, che ospita il Museo Archeologico di Genova: ma il “pezzo forte” è lo splendido giardino che circonda la villa costruita nell’Ottocento. Mi è sembrato davvero di essere immersa in un mondo magico, perché esplorandolo ho incontrato piccole e misteriose grotte, laghetti artificiali, pagode dall’aria romantica e alcuni templi.

    Il giardino botanico di Pratorondanino by $ Città Metropolitana di Genova$ 

    

    A poca distanza si trova l’Orto Botanico, dove ho potuto perdermi nei colori dei diversi fiori coltivati in serra e nelle aiuole all’esterno: devo dire che sono stata davvero molto fortunata ad aver scelto la primavera per il mio viaggio. Perché solo arrivando all’Orto Botanico in questa stagione ho potuto ammirare la fioritura delle Camelie Antiche, una specie ormai rara di fiore, coltivata qui fin dai tempi della sua creazione, a opera della Marchesa Durazzo Pallavicini a metà dell’Ottocento.

    Secondo giorno

    
    Solo i bambini sanno correre con i delfini by Serena Chighini

    Il secondo giorno del mio viaggio a Genova è stato dedicato alla zona del Porto Antico: non potevo assolutamente perdermi una visita all’Acquario, uno fra i più importanti in Europa, che ospita pesci particolari e rari. Anche se l’attrazione più divertente è quella rappresentata dai pinguini: la zona loro riservata è sempre piena di visitatori, soprattutto bambini, che si divertono come matti alla vista delle evoluzioni di questi simpatici animali. Senza dimenticare gli squali (un po’ inquietanti) e i delfini, anch’essi beniamini dei più piccoli e diventati mascotte di questo grande parco. Ma anche i piccoli pesci tropicali, con i loro colori particolari e accesi, sono in grado di rimanere impressi nella memoria.

    
    blue and white jellyfish in water by Sebastiano Piazzi

    Dopo la visita al museo mi sono concessa una breve pausa per un gelato in uno dei locali che si affacciano sulla zona del Porto Antico: che sembra essere non solo una zona turistica, ma anche il ritrovo di ragazzi e di famiglie che vengono a passare qualche ora al sole o semplicemente a rilassarsi su una delle tante panchine.

    Dal Porto Antico al Museo Galata ci sono pochi passi a piedi da fare: e non si può perdere quello che è il più grande e il più innovativo museo dedicato al mare in tutto il Vecchio Continente. Entrano nel Museo del Mare bisogna dimenticare il concetto del “vecchio” e noioso museo “statico”. All’interno delle diverse sale è possibile scoprire la storia della navigazione e del rapporto fra uomo e mare fin dalle prime canoe che hanno solcato le acque. E la multimedialità molto avanzata del Museo Galata permette di vivere in maniera interattiva la storia del mare, prima di salire sulla terrazza, che ospita in modo permanente una sezione dedicata alla storia del Transatlantico Andrea Doria.

    
    Galea by Lorenzo Trombetta

    Ultima tappa della mia giornata a Porto Antico è stata quella dedicata alle banchine, dove ho scoperto, in una sorta di museo en plein air, la storia delle attività commerciali che per secoli hanno animato questi luoghi. E immancabile è stata anche la visita guidata alla scoperta del sottomarino Nazario Sauro: armata di elmetto di sicurezza mi sono immersa in una realtà, quella della navigazione sottomarina, unica e diversa da tutte le altre.

    
    Nazario Sauro by Monica

    E poi, per vedere com’è Genova illuminata dalle stelle, ho preso un ascensore: perché ho scoperto che gli ascensori pubblici a Genova sono molti e utilizzati come mezzo di trasporto pubblico. In effetti non c’è da sorprendersi visto che si tratta di una città che si sviluppa in verticale e non è semplice raggiungere le zone più alte muovendosi in automobile oppure in autobus. L’ascensore è quello di Piazza Portello e in pochi minuti mi sono ritrovata su quello che è considerato il Belvedere (nonché il salotto buono) di Genova: la Spianata di Castelletto. La vista è davvero incredibile, perché da qui lo sguardo può spaziare su tutta la città e sul porto, il vero cuore di Genova.

    Terzo giorno

    La terza e ultima giornata del mio viaggio a Genova mi ha portato nelle zone più periferiche della città, meno conosciute forse, ma non meno ricche di fascino. A cominciare dal Cimitero Monumentale di Staglieno, nel quartiere di Marassi. Un museo dell’arte funeraria, in cui riposano le spoglie di tutti i Genovesi famosi, sia quelli di nascita che quelli di adozione: fra le tombe ho trovato infatti quella di Giuseppe Mazzini e di Fabrizio De Andrè. Anche in questo caso ho approfittato di una $ visita guidata$ : altrimenti avrei rischiato di perdermi fra le tombe, le cappelle private e il Boschetto Irregolare, dove si trovano tumulati i membri della spedizione dei Mille.

    Ho deciso poi che era ora di fare ancora due passi, seguendo il percorso dell’Acquedotto storico, che ha rifornito Genova di acqua fin dai tempi degli antichi romani. L’acquedotto parte dalla Val Bisagno per arrivare fino al centro della città. In realtà dell’originale acquedotto rimane ben poco: la sua struttura è stata inglobata in buona parte all’interno dei nuovi edifici cittadini. Ma seguendone il percorso ho potuto scoprire un’antica abbazia romanica, dedicata a San Siro, che si trova nel quartiere di Struppa, e il Ponte Sifone, che si trova nel quartiere di Marassi, in via Cà dei Mussi.

    
    Piazza Manin by Phil Richards

    Ma non volevo farmi mancare una vista di Genova dalle alture: per questo da Piazza Manin sono salita sul trenino a cremagliera che sale in collina fino a Casella. Il viaggio vale ben più del prezzo del biglietto: le carrozze sono ancora quelle storiche, risalenti all’inaugurazione del 1929, anche se sono state ammodernate (come la linea) fra gli anni 60 e i 70. La salita verso l’entroterra è lenta e il trenino sembra letteralmente arrampicarsi lungo i pendii: perfetto per godersi il paesaggio e anche per rilassarsi e leggere un bel libro. A Casella si trovano diverse antiche ville, un tempo dimore dei Genovesi che salivano in collina alla ricerca di un po’ di fresco durante i mesi estivi, e si respira già l’aria dell’Appennino.

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