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    Viaggio a Bologna, la città dai mille volti

    Bologna è una città dai molti aggettivi: la grassa, per la sua tradizione culinaria, la dotta, perché qui è nata la prima università italiana e non solo, la rossa, per il colore dei suoi tetti e la turrita, perché un tempo era ricca di torri (quasi 100, secondo le fonti medievali).

    E una città così ricca di fascino val bene un fine settimana lungo: ho scelto di visitarla in primavera, per godermi le giornate più lunghe, senza dover affrontare il freddo (e caldo in estate) eccessivo tipico della pianura.

    Per il mio soggiorno niente di meglio di un piccolo B&B nel centro storico: da qui posso infatti partire alla scoperta di secoli di storia, non dimenticando di pensare anche ai piaceri della tavola.

    
    man in black jacket walking on sidewalk during daytime by Bianca Ackermann

    La prima caratteristica che mi ha colpito di Bologna e del suo centro storico sono i portici: non credo di averne mai visti di così lunghi, tanto che abbracciano praticamente tutta l’estensione della città all’interno delle mura (che rappresentano il confine del borgo storico). Sotto i portici si susseguono le classiche botteghe, mescolate con boutique di alta moda e osterie tipiche, per una città che, nella sua atmosfera e dimensione, ricorda più quella di un paese.

    
    Great Rennaissance cathedral of San Petronio in Bologna, on its main Square Piazza Maggiore. by Arno Senoner

    E il mio viaggio alla scoperta di Bologna non poteva che partire da Piazza Maggiore: il suo cuore pulsante, che si trova anche fisicamente al centro della città. Trovarsi nel mezzo di questa piazza permette di vedere alcuni dei monumenti e palazzi più importanti: a cominciare dal Palazzo del Podestà, uno dei più grandi complessi architettonici della città. All’esterno è impossibile non notare l’alta torre che sormonta il palazzo, la Torre dell’Arengo, con il suo “Campanazzo”, che serviva ad annunciare le più importanti novità al popolo.

    A cominciare dalle esecuzioni: perché proprio sotto il palazzo si trova il Voltone del Podestà, caratterizzato da un’alta volta a crociera sorretta da quattro pilastri, sui cui si trovano rappresentati quattro diversi santi, i protettori della città. E proprio sotto a questa volta venivano eseguite le condanne per impiccagione. La leggenda dice che l’architettura particolare del Voltone genera uno strano fenomeno acustico, per cui se si sussurra qualche parola rivolta verso un angolo del Voltone, nel silenzio è possibile ascoltare le stesse parole negli altri angoli: non ho potuto sperimentare se si tratta di una semplice leggenda, visto il numero di persone presenti, ma sicuramente l’atmosfera che si respira in questo luogo ha un qualcosa di misterioso.

    Ma Piazza Maggiore permette di passare dal profano al sacro nel giro di pochi metri: grazie alla Basilica di San Petronio, protettore della città. Impressionante per dimensioni, ma anche perché la facciata è davvero particolare: infatti non è mai stata terminata, nonostante la sua storia millenaria.

    L’interno della Basilica è altrettanto grandioso: se non ho sbagliato i conti, ci sono qualcosa come 22 cappelle laterali, tutte ricche di opere d’arte. Senza dimenticare la grande meridiana che fa bella mostra di sé all'interno della navata centrale della chiesa: la Meridiana di Cassini, considerata la più grande del mondo.

    La visita ai monumenti di Piazza Maggiore ha portato via una buona parte della prima giornata dedicata a Bologna: quindi è stata obbligatoria una tappa per rifocillarsi con un piatto di tagliatelle al ragù prima di partire per la scalata delle torri.

    
    The towers Asinelli and Garisenda from the portici during a beautiful day by Marychris Lajom

    Le torri sono il simbolo di Bologna, ma ormai delle tante presenti in epoca medievale si possono intravedere solo alcuni resti, perché le costruzioni di difesa sono state lentamente inglobate nella moderna urbanistica. Quelle che rimangono e che ho potuto vedere da vicino sono le Due Torri per eccellenza, la Torre della Garisenda e quella degli Asinelli. Si trovano una a fianco all’altra in Piazza di Porta Ravegnana, a pochi minuti di cammino da Piazza Maggiore: e proprio da qui parte una delle vie più importanti della città, la Via Emilia. La Garisenda è la più bassa anche se la sua pendenza fa decisamente impressione: non ho potuto visitarla perché sono in corso degli importanti lavori di restauro. Mentre la salita lungo la Torre degli Asinelli è stata perfetta per smaltire il lauto pranzo bolognese: 498 scalini (lo segnala un cartello all’ingresso, ma ne ho tenuto il conto per verificare), di cui gli ultimi non proprio semplici da salire, ma lo spettacolo che ho potuto ammirare una volta sulla cima è valso la fatica. Tutta la città di Bologna, con i suoi tetti rossi antichi e i palazzi moderni e la pianura che si spinge fino a perdita d’occhio, in un panorama a 360 gradi davvero emozionante.

    La discesa è stata ovviamente meno faticosa e sono ripartita di nuovo in direzione di Piazza Maggiore per raggiungere il Mercato delle Erbe, uno dei luoghi più vitali di tutta la città di Bologna. L’ingresso del mercato coperto si trova in Via Ugo Bassi, proprio vicino alla statua del patriota emiliano, e all’interno si trovano tantissimi box (versione moderna delle classiche bancarelle) e altrettanti negozi dove è davvero possibile acquistare tutto quello che si vuole nel campo alimentare. A partire dalle specialità tipiche emiliane fino ad arrivare al vino, alla frutta e alla verdura.

    E il Mercato delle Erbe non è solo una zona commerciale: infatti ci sono tantissimi locali, anche collegati ai negozi, dove si può fare uno spuntino, prendere un aperitivo o consumare un pranzo o una cena. Tanto che ho deciso di fermarmi proprio a un locale che offre polpette e crescentine, per godermi una cena leggera e notare come il mercato, durante le ore serali, si è riempito di giovani e meno giovani che hanno deciso di passare lì la serata, per mangiare, bere e chiacchierare in compagnia.

    Il ritorno a Bologna mi ha portato prima a rifocillarmi e riprendermi dalla fatica della scarpinata in un’ottima trattoria appena fuori le mura e poi a scoprire uno dei luoghi più misteriosi della città: il complesso di Santo Stefano o delle 7 chiese. L’atmosfera di questo luogo, che si trova nell’omonima piazza, a pochi passi da Piazza Maggiore, ha qualcosa di magico. L’insieme degli edifici, per quanto risalenti a periodi storici diversi (alcuni anche molto antichi) riesce comunque a essere armonico. Tutti gli edifici meritano una visita, ma sicuramente quello che mi ha colpito di più è stata la basilica del Santo Sepolcro, che probabilmente è la più antica e sorge sulle rovine di quello che era un tempio dedicato al culto della dea egiziana Iside: infatti all’interno della chiesa ho potuto notare sia delle colonne antiche, risalenti all’epoca romana, sia una fonte, che era necessaria per le ritualità del culto pagano. Anche la Cripta della Chiesa del Crocifisso, a cui nell’antichità si accedeva tramite un’entrata nascosta dal cortile di Pilato, regala emozioni uniche, grazie anche alla presenza su un altare posto sul fondo della cripta stessa, delle urne che dovrebbero contenere i resti dei Santi Vitale e Agricola. Peccato che la Cripta sia visibile solo attraverso le vetrate, per evitare danneggiamenti a una struttura così antica e ricca di mistero.

    
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    E un viaggio a Bologna non poteva non concludersi con una visita a uno dei tanti musei importanti e interessanti che si trovano in città: in realtà ci vorrebbe solo un viaggio per scoprirli tutti, ma visto che il tempo era ormai agli sgoccioli ho scelto il Museo di Arte Moderna, a pochi passi dalla stazione centrale, in Via Don Giovanni Minzoni..

    Già la collezione permanente del MAMbo (così si chiama il museo) vale il prezzo del biglietto: infatti ho potuto ammirare tutte le opere della ex Galleria di Arte Moderna, che sono divise in aree tematiche, dal Novecento fino ai giorni moderni. E anche tutte le opere del pittore e incisore Giorgio Morandi, che ha un museo a lui dedicato, il Museo Morandi, ospitato all’interno dell’edificio del MAMbo. Inoltre in ogni periodo dell’anno il MAMbo ospita una o più mostre dedicate a singoli artisti oppure a intere correnti artistiche.

    
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    Due giorni forse sono pochi per scoprire tutti i segreti di Bologna, ma abbastanza per iniziare a gustarne l’atmosfera e soprattutto la cucina, che non ha davvero rivali al mondo.

    

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